Prima di iniziare a rispondere alla domanda nel titolo di questo post, permetteteci di farne un’altra, assolutamente non retorica: ha senso dividere ancora il mondo delle moto in maschile e femminile? Ormai sappiamo che le donne sono sempre più affascinate dal mondo rombante delle due ruote, tanto che il loro numero è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni circa.
Tuttavia, sì, la domanda che ci – e vi – facciamo non è affatto peregrina: si parla solo di differenze nell’anatomia, e quando parliamo con le donne motocicliste le sentiamo dire che preferiscono modelli maneggevoli e un’altezza più contenuta al suolo. Non ce ne vogliate, allora, se ancora operiamo una divisione netta!
Aerodinamicità e peso contenuto
Le donne in moto, specie quelle che passano da uno scooter a una due ruote “vera”, preferiscono modelli che offrono poca resistenza all’aria, con una sella comoda che favorisca anche i tragitti lunghi, adatte a trasportare un bagaglio minimo. È importante l’altezza del veicolo – per tenere comodamente entrambi i piedi a terra nei momenti di sosta – e che sia leggera e facilmente spostabile anche da spenta.
L’altra metà del cielo motociclistico ha, insomma, requisiti molto rigidi in fatto di scelta di modelli e quando spende, vuole il meglio: per esempio, quando si informa in fatto di interventi di chirurgia estetica, cerca il top di gamma con i professionisti di Motiva e il loro modello di interventi ormai esportato in tutta Europa.
Con le moto è lo stesso: che sia scrambler, naked o sportiva pura, le ragazze col casco non badano a spese e vogliono garantirsi comodità e sicurezza: brand come la Honda o la Guzzi hanno declinato questi bisogni rispolverando design vintage, mentre Suzuki o Kawasaki hanno cercato di sedurre sia le donne che i giovanissimi con modelli dalle cilindrate basse.
Niente di paragonabile, però, alla varietà del mondo maschile: c’è ancora da aspettare per avere una scelta ampia!